Call for proposal
Proposta di un Convegno nel quale discutere i risultati di una ricerca dal titolo
“Ringraziando fascisticamente”. Cronache di ordinaria quotidianità nelle carte d’archivio delle Università del ventennio
Messina, 5-6-7 febbraio 2024
Da tempo ormai la storiografia presta grande attenzione, nel rivisitare fatti e accadimenti, alla disaggregazione dei dati e all’analisi puntuale dei singoli contesti. Si tratta di una prospettiva che risulta indubbiamente di grande efficacia, in particolare quando ci si approcci alla storia politico-istituzionale di un Paese come il nostro, la cui cifra interpretativa può essere, a buon diritto, la varietà anziché l’uniformità.
Solo guardando senza pregiudizio al multiforme policentrismo dei territori, talvolta anche all’interno della stessa area regionale, nella quale, assai spesso, si percepiscono fenomeni non omogenei, è infatti possibile rintracciare la declinazione per così dire “autentica” e “concreta” di
taluni percorsi politico-istituzionali cogliendoli nella loro quotidianità.
Tale approccio, è bene sottolinearlo, non muta certamente il quadro di riferimento, né tantomeno è questo l’intento di chi si avvicina allo studio di fatti ed esperienze locali con tale prospettiva, ma non c’è dubbio che la ricostruzione complessiva se ne avvantaggi, nel momento in cui, andando al di là di talvolta necessarie semplificazioni, si supera anche il rischio concreto di banalizzazioni di temi e snodi di fondamentale importanza della nostra storia e di un appiattimento che non rende giustizia di una realtà complessa e multiforme che ci dice anche dell’adattamento delle istituzioni e dei processi istituzionali ai singoli contesti, determinato anche da quel “fattore umano” non sempre facile da cogliere e delineare.
In particolare, recenti filoni d’indagine hanno sottolineato come l’adesione al fascismo delle differenti realtà regionali italiane si sia compiuta con modalità diverse (anche nei tempi) e strettamente connesse alla storia, agli interessi economici e alle vicende dei singoli territori, al punto che può, a ragione parlare di “fascismi” intendendo, con l’utilizzazione del plurale, sottolineare i cento volti manifestati dal regime all’interno di contesti altrettanto numerosi e affatto diversi che impongono, o reclamano, adattamenti e torsioni dell’ordinamento, nella consapevolezza che il ventennio abbia rappresentato un’esperienza talmente composita che risulta difficile, quanto per certi versi fuorviante, ricondurla a una visione unitaria e coerente.
Prendendo spunto da tali considerazioni si vuole proporre una ricerca, i cui (primi) risultati verranno esposti in occasione di un Convegno organizzato a Messina (orientativamente 5-6-7 febbraio 2024) sul tema delle Università, istituzioni partecipi dei “fascismi locali”.
L’intento è quello di fare emergere il quadro complessivo delle Università italiane durante il regime, colte, concretamente, nella loro quotidianità che solo la documentazione custodita negli Archivi (e in quelli universitari in primo luogo) può ricostruire, con riferimento a tutte le componenti della comunità accademica e verificandone l’adesione progressiva al fascismo.
Non, dunque, una ricerca e un Convegno sulla fascistizzazione "dall'alto" dell'Università, ma le Università e il fascismo quotidiano, costruito, probabilmente con modalità e tempi diversi da ciascun Ateneo, condizionato non solo dalla propria storia ma anche dalla posizione geografica,
dalla grandezza, dalla specifica realtà locale e dai ceti dirigenti periferici, etc.
L’Università delle tesi di laurea “fasciste” (in particolare quelle della facoltà di Giurisprudenza, ma non solo), dei discorsi dei Rettori, dell’organizzazione dei GUF, delle formule e del linguaggio utilizzato nella documentazione e nella modulistica predisposta, delle prassi, allo stesso tempo uguali e diverse.
Proprio per verificare tempi e modalità di adesione al fascismo si vogliono lasciare liberi gli studiosi di percorrere tutte le fasi del regime (da quella parlamentare a quella della costruzione dello Stato totalitario, fino agli ultimi, tragici anni a partire dal 1938 e fino al 1943) tenendo anche conto della vita delle università tra AMGOT, Governo del Sud e Repubblica di Salò.
Mi auguro che molti di Voi vogliano cogliere questa sfida che vuole dare anche il senso di una comunità di studiosi che lavora a un progetto comune ma dai risultati tutt’altro che scontati e uniformi (come spero potremo verificare insieme!) e aggiungersi a quanti hanno già dato la loro
disponibilità.
Vi chiedo la cortesia di inviare un titolo di massima e due righe di abstract entro il 31 luglio p.v., giusto per iniziare a organizzare le giornate di studio.
Daniela Novarese
daniela.novarese@unime.it