Ricordiamo Valerio Onida, scomparso oggi, 14 maggio 2022, con le parole di Guido Melis.
Da qualche ora non c'è più Valerio Onida, illustre costituzionalista, già presidente della Corte costituzionale. Aveva 86 anni. Era un caro amico, conosciuto in tempi lontani, quanto io ero un apprendista studioso alla Università di Sassari dove lui era stato chiamato prima come incaricato e poi vi aveva vinto il concorso a cattedra, che lo avrebbe portato altrove. Oltre alla sua limpida figura di giurista, ricordo le sue battaglie civili (da ultima quella per i diritti dei carcerati: finito il suo periodo alla Corte andava ogni settimana in carcere a Milano per parlare e per aiutare i detenuti). Cattolico, era impegnato su temi di avanguardia, specie sui nuovi diritti . Era per metà sardo, si può dire: suo padre, Pietro, uno dei maestri della scienza aziendalistica, era nato a Villanova Monteleone. Era il figlio del calzolaio del paese. Con quella tenacia e intelligenza che avrebbero ereditato i figli aveva studiato sino a diventare professore alla Università di Roma. Il sindaco di allora, Quirico Meloni, volle conferire a Valerio la cittadinanza onoraria e mi chiese di pronunciare il discorso ufficiale. Ricordo quella bellissima giornata, la sua felicità come sempre trattenuta dal carattere sobrio e controllato, il suo orgoglio di sentirsi un po' sardo. E il buon pranzo offerto da Quirico. Poi ci rivedemmo spesso (lui aveva in pratica inaugurato la Scuola superiore dei magistrati a Scandicci, nella quale poi avrei lavorato anch'io per 4 anni). Sapevo che stava male. Ci lascia, come i maestri, i suoi scritti e il suo esempio di uomo virtuoso. Non è poco.