Autografi dalle guerre d’Italia: carte di istituzioni di governo cittadino e carte di papi rinascimentali

di Angela De Benedictis

Istituzioni di governo cittadine in difesa della patria, Bologna, minacciata dal suo sovrano papa Alessandro VI e da suo figlio Cesare Borgia nel 1502. L’istituzione populus cittadino che richiede un parere sulla liceità della resistenza di Bologna al suo sovrano, il papa guerriero Giulio II[1] nel 1506. Un discorso pronunciato in pubblico nel 1502, in volgare; un parere legale (consilium) scritto nel 1506, in latino. Queste le due fonti primarie già da tempo note nelle rispettive edizioni a stampa, di cui qui si forniscono le riproduzioni degli originali manoscritti. Fino ad ora non erano disponibili alla visione diretta, che – soprattutto nel caso del consilium del 1506 – possono essere di particolare interesse per gli studiosi della Società per gli Studi di Storia delle Istituzioni esperti del rapporto tra manoscritti medievali/tardo medievali e stampa (penso soprattutto a Mario Ascheri e Diego Quaglioni, soprattutto dopo il diciassettesimo incontro de "Le Carte e La Storia” dello scorso 4 novembre 2022 su “Tra diritto e istituzioni. Un percorso di ricerca”, https://www.storiadelleistituzioni.it/index.php/le-carte-e-la-storia/le-giornate-de-le-carte-e-la-storia/367-mario-ascheri-tra-diritto-e-istituzioni-un-percorso-di-ricerca).

Autori dell’uno e dell’altro sono due docenti nello Studio bolognese: il canonista e teologo Floriano Dolfi (1445 ca. - 1506[2]) e il doctor utriusque iuris Giovanni Crotto da Monferrato (1475 ca. - 1517[3]).

Da tempo mi sono occupata del discorso di Dolfi e del consilium di Crotto[4]: del discorso pubblico di Dolfi attraverso la edizione novecentesca Orazione in difesa della patria[5], data alle stampe come composizione per le nozze Mirafiori-Boasso; del consilium di Crotto attraverso la edizione del 1576[6]. Vale la pena sottolineare che l’orazione pubblica di Dolfi del 16 ottobre 1502 era stata preceduta da una intensa attività di ambasciatori bolognesi inviati a Roma dal governo cittadino per impedire che Alessandro VI e Cesare Borgia muovessero guerra a Bologna[7]. È d’altra parte noto che Niccolò Machiavelli, seguendo le vicende bolognesi nel corso della sua seconda legazione presso la corte papale in viaggio da Roma a Bologna, riferì ripetutamente delle trattative tra il governo bolognese e l’inviato pontificio Antonio del Monte, Uditore generale della Camera Apostolica, nel settembre-ottobre del 1506[8].

Continuando periodicamente a cercare di individuare l’originale della orazione di Dolfi, mi è fortunatamente successo di trovarlo nella raccolta della Autografoteca Campori della Biblioteca Estense Universitaria di Modena[9]. E, consultando tutta la appendice della Autografoteca, anche di trovare l’originale manoscritto del consilium di Crotto[10].

Mostrare qui entrambi serve anche, da una parte, a dare rilievo alla iniziativa in corso di digitalizzazione della Autografoteca, con un progetto congiunto tra Biblioteca Universitaria Estense e Università di Modena – Reggio Emilia[11].  Dall’altra, a ricordare che l’originale dell’interdetto di Giulio II cui il consilium di Crotto rispondeva era già stato scoperto e mostrato da un archivista, da Mario Fanti[12] (dal 1961 al 2013 Sovrintendente onorario dell’Archivio Generale Arcivescovile di Bologna), nonché per anni bibliotecario della Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio di Bologna e direttore del Museo e Archivio Storico della Fabbriceria di S. Petronio.

Infine, va detto che anche l’orazione di Dolfi del 1502 costituiva una risposta alla prassi di governo del papato nello Stato della Chiesa costituito dall’uso dell’una e dall’altra spada: cioè l’uso dell’interdetto contro le città per costringere le rispettive popolazioni all’obbedienza, con la motivazione della guerra giusta[13].

Gli autografi Orazione fatta da Floriano Dolfi per Alessandro VI del 1502 e il Consilium Domini Ioannis Croti de Monferrato in Causa Reipublicae Bononiensis Adversus Summum pontificem editum del 1506 testimoniano diverse modalità di risposte immediate alla istituzione papato da parte di istituzioni di governo cittadine, secondo un’altra verità (rispetto a quella pontificia) di teoria e pratica della guerra giusta.

 

Dolfi, Orazione in difesa della patria (pdf)  Crottus (pdf) 

 

 

[1] M. Rospocher, Il papa guerriero. Giulio II nello spazio pubblico europeo, Bologna, il Mulino, 2015, e ora la sintesi di Idem, Giulio II a Bologna: arte, politica e religione, nel catalogo della mostra attualmente in corso (8 ottobre 2022 – 5 febbraio 2023) presso la Pinacoteca Nazionale di Bologna, Giulio II e Raffaello. Una nuova stagione del Rinascimento a Bologna, a cura di D. Benati, M.L. Pacelli, E. Rossoni, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2021,

[2] Su Dolfi, G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, III, Bologna, nella Stamperia di San Tommaso d’Aquino, pp. 256-258; P. Stoppelli, Dizionario biografico degli italiani, 40, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1991, pp. 449-451. Informazioni sulla biografia si possono trovare anche in Floriano Dolfi, Lettere ai Gonzaga, edizione a cura di M. Minutelli, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2002.

[3] Su Crotto e sul consilium, E. Dezza, Dizionario biografico dei giuristi italiani, (sec. XII-XX), a cura di E. Cortese, I. Birocchi, A. Mattone, M.N. Miletti, Bologna 2013, pp. 615-616.

[4] Riportandone estesamente i contenuti soprattutto a partire da A. De Benedictis, Repubblica per contratto. Una città europea nello Stato della Chiesa, Bologna 1995, pp. 162-164 (Dolfi) e ibidem, pp. 170-187 (Crotto). Per il consilium di Crotto anche in A. De Benedictis, Una guerra d’Italia, una resistenza di popolo. Bologna 1506, Bologna, il Mulino, 2004, pp. 115-122 (e un sintetico accenno all’orazione di Dolfi, pp. 113-114). Recentemente, di nuovo su entrambi, A. De Benedictis, Popular Government, Government of the Ottimati, and the Language of Politics: Concord and Discord (1377-1559), in A Companion to Medieval and Renaissance Bologna, ed. by Sarah Rubin Blanshei, Leiden-Boston, Brill, 2018, pp. 297-298 e 299.

[5] Floriano Dolfi, Orazione in difesa della patria (1502), a cura di V. Giusti, Bologna, Zanichelli, 1900.

[6] Ioannes Crottus, Consilia sive responsa, Liber secundus, Venetiis, ex Officina Damiani Zenari, 1576, Consilium 184, pp. 66r-73r.

[7] Delle diverse istruzioni agli ambasciatori, contenute nel fondo dell’Archivio di Stato di Bologna, Comune, Governo, Consigli ed ufficiali, Magistrature ad ambascerie, b. 3, ho dato conto già in A. De Benedictis, Repubblica per contratto, cit., pp. 156-160.

[8] Riferimenti specifici in A. De Benedictis, Una guerra d’Italia, una resistenza di popolo, cit., soprattutto pp. 58-67.

[9] Autografoteca Campori, Dolfi Floriano, con il titolo Dicembre 1502. Orazione fatta da Floriano Dolfi per Alessandro VI ​(Proprietà Comune di Modena, in deposito permanente presso la Biblioteca Estense Universitaria di Modena). Sulla raccolta Campori, cfr. Collezionare autografi. La raccolta di Giuseppe Campori, a cura di M. Al Kalak e E. Fumagalli, Firenze, Olschki, 2022. Il ritrovamento è stato possibile in base a informazioni fornite nel 2002 da Marzia Minutelli nella Nota biobibliografica a Floriano Dolfi, Lettere ai Gonzaga, edizione a cura di M. Minutelli, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2002, pp. LXVI-LXVII e LXXII. Minutelli riferiva del codice da lei fatto restaurare in vista di una edizione critica. Tale edizione è poi stata pubblicata come Floriano Dolfi Orazione contro papa Alessandro VI, edizione critica e commento a cura di M. Minutelli, Manziana (RM), Vecchiarelli, 2019. Poiché in https://opac.sbn.it/ il libro del 2019 non è catalogato (a tutt’oggi, 23 gennaio 2023), ne ho acquistato una copia direttamente dall’editore. In Dolfi, Orazione contro papa Alessandro VI, cit., p. 20-21, Minutelli ripete l’occasione del ritrovamento dell’originale, e nella Descrizione del testimone, ibidem, pp. 24-26, afferma come l’edizione di Vincenzo Giusti del 1900 avesse sostanzialmente rispettato «lo sviluppo logico del discorso dolfiano» (p. 25).

[10] Raccolta Campori, Camp. App. 309=Gamma.T.1.3, Consilium Domini Ioannis Croti de Monferrato in Causa Reipublicae Bononiensis Adversus Summum pontificem editum VI ​(Proprietà Comune di Modena, in deposito permanente presso la Biblioteca Estense Universitaria di Modena). Nella Appendice prima al Catalogo dei codici e manoscritti posseduti dal marchese Giuseppe Campori compilata da Raimondo Vandini. Dal secolo XIII al secolo XIX inclusive, Modena, Tipografia di Paolo Toschi e C., 1886, p. 117, n. 309, viene specificato che «il manoscritto cod. cart. in fol. di carte 35, sec. XVI, … porta in fine l’autentica di mano del Croti col suo suggello».

[11] https://iris.unimore.it/handle/11380/1282677

[12] M. Fanti, La bolla “della maledizione” di Giulio II: il ritrovamento dell’originale, in Città in guerra: esperienze e riflessioni nel primo ‘500. Bologna nelle “guerre d’Italia”, Atti del Convegno internazionale di studio, Bologna 10-11 novembre 2006, a cura di G. M. Anselmi – A. De Benedictis, Bologna, Minerva Edizioni, 2008, pp. 269-274. Una riproduzione dell’originale si può vedere nella scheda del volume in https://opac.sbn.it/

[13] A. De Benedictis, Una guerra d’Italia, una resistenza di popolo, cit., p. 101-114.

 

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