Per una storia dell’autodifesa delle donne

INVITO A PRESENTARE PROPOSTE PER IL LIBRO

Per una storia dell’autodifesa delle donne
a cura di Simona Feci e Laura Schettini
(con la collaborazione della Società italiana delle storiche)


La violenza maschile contro le donne ha acquisito importanza crescente negli ultimi decenni, tanto nel dibattito pubblico quanto negli studi specialistici. La ricerca storica ne ha fatto un oggetto di analisi a partire dagli anni Settanta, prendendone via via in considerazione le molteplici dimensioni e ricostruendo continuità di lungo periodo e fattori di cambiamento. Importanti acquisizioni sono state raggiunte in merito alla storia della legittimazione giuridica della violenza, realizzata attraverso istituti secolari come lo ius corrigendi, il delitto d’onore, il matrimonio riparatore, la disciplina dell’adulterio, delle separazioni, della sessualità femminile. Se in una prima fase la storiografia ha lavorato soprattutto sui legami profondi che la violenza ha avuto e ha con la diseguaglianza di genere, l’ordine delle famiglie, il patriarcato, filoni di studio e riflessione più recenti hanno preso in considerazione le emozioni arruolate nelle narrazioni maschili della violenza (v. Maschilità e violenza di genere, a cura di D. Rizzo e L. Schettini, Genesis XVIII, 2019, 2), le variabili (di razza, classe e delle altre categorie sociali) che concorrono alla costruzione della categoria di vittima, le pratiche di solidarietà maschile sulle scene delle violenze (dalla
comunità alle aule di tribunale, passando per gli uffici di pubblica sicurezza e lo spazio domestico).
Rimangono inesplorati molti aspetti della storia della violenza maschile contro le donne.
In particolare, è ancora tutta da ricostruire la storia delle pratiche di autodifesa femminile, individuali e collettive, organizzate e spontanee, alle violenze maschili.
È questo il tema su cui apriamo un cantiere di ricerca e invitiamo a presentare proposte di contributi, per la realizzazione di un libro collettivo che sarà pubblicato nella primavera 2024 dalla casa editrice italiana Viella.
Si tratta di una storia cruciale, che promette di prendere in considerazione nuovi elementi utili ad un più corretto inquadramento del fenomeno.
Lo studio di Elsa Dorlin (Difendersi. Una filosofia della violenza, 2020, ed. or. 2017), con i diversi esempi storici a supporto della riflessione dell’autrice, è un primo riferimento importante per addentrarsi nelle esperienze di reazione al dominio esercitato sul corpo dei soggetti. Anche un altro studio, questa volta sulla legittima difesa e il suo riconoscimento in sede giudiziale (La legittima difesa delle donne. Una lettura del diritto penale oltre pregiudizi e stereotipi, a cura di Claudia Pecorella, 2022), offre molti spunti per osservare le contiguità con le pratiche di autodifesa e le soluzioni abbracciate per fuoriuscire dalla relazione violenta, ma anche le differenti prospettive e i limiti costituiti dall’istituto giuridico e dai procedimenti giudiziari. Al tempo stesso, come dimostrano indagini più ravvicinate sulle lotte delle donne, il concorso dei movimenti ha offerto in momenti diversi strumenti, linguaggi, simboli e prassi d’azione capaci di scardinare i paradigmi della liturgia giudiziaria e sovvertire i ruoli prefissati (Nadia Maria Filippini, Mai più sole contro la violenza sessuale. Una pagina storica del femminismo degli anni Settanta, 2022). E proprio i diversi femminismi hanno messo in atto strategie di autodifesa originali e peculiari (Wendy L. Rouse, Her Own Hero. The Origins of the Women’s Self-Defense Movement, 2017), a volte imitate, a volte ignorate dai movimenti di altri luoghi, su cui vorremmo sapere di più.
Questi elementi, inoltre, permettono di mettere sotto analisi la secolare rappresentazione delle donne come vittime inermi e passive delle violenze di genere. Una rappresentazione che ha avuto e ha molteplici implicazioni, oggi sempre di più rigettate dalla storia e dai movimenti delle donne (Tamar Pitch, Il malinteso della vittima. Una lettura femminista della cultura punitiva, 2022). Una rappresentazione che, soprattutto, non dà conto dei molteplici modi in cui le donne del passato hanno reagito alle violenze maschili e, in generale, hanno combattuto la violenza di genere anche in sistemi giuridici e culturali in cui essa era pienamente legittimata.
Obiettivo di questo lavoro è quindi in primo luogo quello di prendere in considerazione la violenza di genere nella storia restituendo visibilità all’agency delle donne, nelle sue molteplici e talvolta tortuose manifestazioni individuali e collettive di reazione alla brutalità, al rischio, alla paura.
In secondo luogo, nel solco dei pochi studi esistenti, si intende riflettere sulla funzione che la rappresentazione delle donne essenzialmente come vittime ha svolto storicamente, contribuendo a rinforzare la cultura della violenza. La rappresentazione delle donne come tutte potenziali vittime ha, per esempio, da una parte indebolito i modelli femminili e dall’altra sostanziato lo stereotipo delle donne come naturalmente bisognose di protezione maschile, di uomini che le difendano da “altri” uomini, via via opportunamente rappresentati come stranieri, nemici, immigrati ecc.
Alla luce di queste considerazioni si invitano a sottoporre proposte di contributi dedicati a esperienze di autodifesa o di reazione alle violenze domestiche e sessuali, così come a strategie e pratiche collettive di lotta (reti di sostegno, campagne, azioni). Si accettano proposte che si riferiscono a periodi compresi entro un arco cronologico ampio, dal Medioevo all’età contemporanea, e ad ambiti disciplinari diversi (storia, tradizioni popolari, storia della letteratura, antropologia, storia del cinema, ecc.).
Le lingue accettate per le proposte e i contributi sono italiano e inglese.
Per favorire ricerche documentarie, quanto mai caldeggiate dato il tema nuovo, il processo di elaborazione del volume avverrà con il seguente calendario:
- La proposta (titolo e abstract di max 500 parole + breve nota biografica) va inviata alle curatrici (This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it. e This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.) entro il 15 marzo 2023 (oggetto della mail: proposta autodifesa).
- La selezione delle proposte avverrà entro il 7 aprile.
- Le proposte selezionate saranno presentate in occasione di un workshop propedeutico alla pubblicazione nell’ottobre/novembre 2023.
- La consegna del contributo è prevista per il 15 gennaio 2024.

 

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